Mercoledì del quartetto II @ Il canto e la tradizione
mer 12 apr
|Milano
Musiche di: Brahms, Bartok, Carovani
Orario & Sede
12 apr 2023, 19:30
Milano, Via Francesco Soave, 3, 20135 Milano MI, Italy
Info sull'evento
Prosegue con il secondo appuntamento, mercoledì 12 aprile, il ciclo “I mercoledì del quartetto”, organizzati da Milano Classica in collaborazione con l'Associazione MaMu Cultura Musicale e l'Associazione Amici di Milano Classica.
Mercoledì 12 aprile alle ore 19.30 sarà possibile ascoltare il Quartetto Indaco, ensemble in residence di Milano Classica dal 2017, con il concerto “Il canto e la tradizione”, con l'introduzione al concerto di Giovanni Bietti, compositore, pianista, musicologo e ad oggi considerato uno dei migliori divulgatori italiani
Il tema del concerto parte dall'assunto che, nessun compositore avrebbe mai composto così i propri brani se fosse nato in un paese diverso e se fosse cresciuto in un altro universo sonoro di canti popolari, danze e tradizioni musicali.
Questo è evidente in Bartók, che ha interiorizzato nel suo linguaggio musicale il folklore dell'est Europa. Un percorso portato avanti con rispetto, interesse, curiosità che ha generato un nuovo modo di fare musica e di concepire il dialogo strumentale. La musica di Bartok crea un nuovo microcosmo, fatto di eventi naturali, ricordi di danze, passioni, modernità, che ancora oggi suscita meraviglia in cui si accosta alla sua arte.
Ci si dimentica di solito, anche quando si tratta dei grandi compositori del periodo classico, che la loro musica è intrisa delle sensazioni sonore che li circondavano.
Niente si crea, nulla si distrugge, tutto si modifica. Ciò che viene dalla terra è passato sotto le abili mani di grandi artisti, di grandi conoscitori, che sono riusciti a fondere due mondi in maniera pregevole, creandone uno nuovo, che tutt'ora, anche se non sappiamo perché, ci colpisce.
E forse ci colpisce proprio perché ha origini profonde, che fanno parte del nostro DNA tradizionale.
Nel caso della produzione brahmsiana si trovano elementi manifesti e non della musica popolare, in particolare quella ungherese.
Anche nel caso dei suoi quartetti op. 51, di cui ascolteremo il secondo, il dialogo con le radici è costante. L'utilizzo dei tremoli per evocare strumenti come i cimbali, oppure un ultimo movimento che si divide tra una Vienna ormai decadente con i suoi valzer e la musica forte, robusta che viene dall'est, quasi un presagio di ciò che farà Bartok con il suo registratore dando un profondo contributo all'etnomusicologia.
Insomma, per chi ancora credesse che la musica classica sia una musica aulica, relegata nelle vetrine dei saloni e dei musei, come polvere ormai su libri troppo ampollosi per essere letti oggi, questo concerto certo, proverà il contrario.